C'è molto interesse per l'informazione testuale che gira sui media digitali, meglio se online. Perché di fatto il contenuto scritto è la base portante per la diffusione di un qualsivoglia messaggio, soprattutto affinché questo si possa ritrovare in quel mare magnum che è Internet. Ricerca e indicizzazione di questi contenuti sono strumenti preziosissimi per questo tipo di attività: ecco spiegata dunque l'importanza dei motori di ricerca nel concetto di Rete.
Sul Web, tuttavia, non si vive di sola scrittura: nonostante ciò, risulta ancora importante assegnare un contenuto testuale ad una foto, un video o una (divertente) gif animata. E partendo dal principio secondo cui scripta (digitali) manent, ecco che i giganti del Web - con il vostro social network preferito in testa - si sono adoprati per "invogliare" gli utenti ad aggiungere informazioni supplementari attraverso i tag e migliorando (anche troppo) anche il sistema interno di ricerca. Che una semplice foto dica anche più di quel rappresenta è concetto che non tutti prendono in considerazione nel momento in cui condividono a tutti i costi una propria immagine; ne è la prova un esperimento a metà tra il puro ingegno e la provocazione realizzato da uno studente di informatica dell'Università di Oxford (Inghilterra) dal nome Secretbook. Si tratta di una semplice estensione da applicare ad un noto Internet Browser il cui compito è quello di poter aggiungere informazioni testuali all'interno delle - e non in aggiunta alle - foto postate su Facebook. Basta una password nota a mittente e a destinatario e il gioco è fatto: una sorta di messaggio in codice direttamente nel codice (informatico) della trasmissione digitale dell'operazione. Certo, per i più l'utilizzo di questo "servizio" può essere poco più che un gioco: tuttavia, alla base di tutto questo ancora una volta si può riflettere su quelle che sono tutte le possibilità di utilizzo dell'informazione digitale. E' davvero un gioco? Non sempre.
venerdì 12 aprile 2013
MESSAGGIO "IN" CODICE
Pubblicato da kikkuzzo alle 4/12/2013 12:36:00 PM
Etichette: facebook, inganno, privacy, psicosi collettiva
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento