Le policy aziendali, si sa, sono quelle che mantengono l'integrità di una compagnia o di un brand, anche perché queste sono la naturale rappresentazione dell'immagine che si deve fornire al grande pubblico: logico pensare che possano essere guai per chi non obbedisce a tali norme. In realtà non si deve pensare forzatamente a questi luoghi come campi di tortura, visto che molte strutture dei "grandi" sono anche gradevoli luoghi per rilassarsi e pensare a nuovi modi di fare business. Ma, come detto, quando si lavora e si deve produrre non si scherza, e il vostro social network preferito non fa eccezione. Pare che sulle pareti del quartier generale di Facebook siano comparsi dei poster che invitano cortesemente i propri dipendenti ad abbandonare i propri smartphone della Apple (a proposito di politiche aziendali senza pressione, direi) in favore di quelli con sistema operativo Android. Il motivo? Nonostante si parli di dispositivi con software sviluppato dal grande arcinemico Google, le previsioni parlano chiaro: Android ha ed avrà una fetta di mercato sempre più rilevante e Facebook su mobile è senza dubbio la nuova, ennesima fonte di introiti per l'azienda. Logico spingere cortesemente i propri dipendenti a (ri)pensare tutto in funzione del mezzo da sfruttare al massimo per migliorare l'applicazione Facebook. Ovviamente il tutto in piena libertà, spontaneamente, senza pressione alcuna, sia chiaro. D'altronde le policy sono chiare, vista l'azienda in questione. Una che ha fatto delle scelte libere e senza massificazione alcuna la sua fortuna.
lunedì 26 novembre 2012
AI POSTER L'ARDUA SENTENZA
(Ultima frase da leggere con velata ironia, ovviamenTe)
Pubblicato da kikkuzzo alle 11/26/2012 07:48:00 PM
Etichette: facebook, marketing, psicosi collettiva, tormentone
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