Agli annuali Webby Awards, una specie di premi Oscar del Web, Facebook si aggiudica l'ennesimo premio come prodotto della Rete. D'altronde come può un vero e proprio gigante del Web che si "nutre" di centinaia di milioni di utenti non essere in cima alle preferenze digitali? Da premettere che, nonostante i titoli siano tutti per FB, il premio assegnato al vostro social network preferito non è quello di miglior-sito-dell'universo-conosciuto: una cosa del genere è finita nelle mani di Instagram, che però guarda caso è stata acquisita recentemente proprio da Facebook per due spiccioli, ossia un miliardo di dollari. A Facebook spetta il riconoscimento speciale assegnato dagli utenti per i cambiamenti a livello sociale. Il people's special achievement for social change è abbastanza importante, soprattutto alla luce dei mutamenti geopolitici degli ultimi mesi - leggi Primavera Araba - e che hanno visto FB e Twitter protagonisti (per una volta) utili.
Ecco, i cambiamenti sociali. Oltre ad aver modificato le nost...le vostre vite in un modo o nell'altro, Facebook si integra in maniera ancora maggiore promuovendo funzionalità sempre più dettagliate. La notizia è recente e riguarda la possibilità (solo nel Regno Unito e gli Stati Uniti, per ora) di rendere pubblica la propria disponibilità a donare i propri organi. In fondo gli iscritti a Facebook sono già donatori, nello specifico donatori dei propri dati più sensibili, ma la questione trascende il puro discorso commerciale, o almeno si spera: la motivazione di fondo a questa scelta si pone per fini di sensibilizzazione sociale, ma come spesso accade, quando si parla di Facebook, è facile incrociare una sì tanto nobile causa con questioni relative alla propria privacy e alla profilazione degli utenti, generando i soliti dibattiti infiniti. Forse il vero problema è dover parlare di queste cose associandole ad un'azienda di fatto privata che fa dei dati la propria ricchezza, mentre i cambiamenti sociali di questo tipo sono portati avanti da organismi statali, e già da tanto tempo. Il problema è la mancanza di appeal che provocano i "pallosi" siti istituzionali, o forse perché ormai tanta, troppa informazione passa da Facebook.
mercoledì 2 maggio 2012
UN PREMIO IN "DONO"
Pubblicato da kikkuzzo alle 5/02/2012 06:45:00 PM
Etichette: facebook, privacy, psicosi collettiva, twitter
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