Eccola qui, l'ennesima vittima del sistema di schedatura di massa più celebre al mondo. Come riporta la canadese CBC (ripreso da Corriere.it), una donna ha perso l'assegno di malattia, ottenuto a causa di una profonda depressione, perché la sua compagnia di assicurazione -per intenderci, quella che sgancia il grano - ha trovato su Facebook alcune foto in cui la ragazza sorride amabilmente in posa su una spiaggia oppure si diverte in un bar con gli amici. Risultato? Dalle "prove" si evince che la ragazza non può essere depressa, quindi l'assegno di malattia deve essere revocato. Voilà, eccovi servito un altro caso di Giustizia 2.0, in cui il nuovo Grande Fratello dei giorni nostri si dimostra il mezzo migliore per inchiodare o scagionare qualcuno. Magari mi sbaglio, ma in fondo si vive anche senza mostrare le foto in spiaggia ai propri ottocentoquarantacinque "amici"...
lunedì 23 novembre 2009
TAG: DEPRESSIONE
Pubblicato da kikkuzzo alle 11/23/2009 11:20:00 AM
Etichette: facebook, inganno, netiquette, privacy, psicosi collettiva
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