lunedì 10 giugno 2013

PRI(S)M-A CHE SIA TROPPO TARDI...

Il mondo dell'informazione internazionale ha avuto di che parlare in quest'ultimo weekend: all'orizzonte si è profilato un caso - ma che dico, uno scandalo! - di proporzioni mastodontiche, che fan fatica a star dentro i confini terrestri. Sì, perché se gli alieni avessero un cellulare o un profilo Facebook ci sarebbero dentro anche loro, e fino al collo. La notizia? La notizia è che il governo statunitense ha un programma in grado di accedere ai server dei più grandi colossi di comunicazione telefonica e del Web. Insomma, gli USA ci spiano, e la cosa non riguarda solo i cittadini sul suolo a stelle e strisce ma ovviamente anche e potenzialmente tutti gli abitanti di questa terra (anche se gli alieni...). Tutto nasce da una fuoriuscita di informazioni riservate per mezzo di una "gola profonda", ex-tecnico dell'agenzia di Intelligence statunitense, il quale ha spiegato quando, come e con che mezzi questo programma sia in grado di accedere, processare e interpretare tutti i dati scambiati tra persone. E, per quanto riguarda la trasmissione e la condivisione di dati digitali, è molto semplice indovinare quali siano le aziende coinvolte in questa "donazione spontanea" di dati sensibili. Facile capire anche quali aziende meglio si prestino alla fornitura di dati sensati, ossia quelli in grado di poter associare ad ogni dato scambiato anche un'identità (più o meno) precisa.
Detto questo, l'interrogativo vero è e resta uno solo: dov'è la notizia? Per carità, scoprire che effettivamente i nostri dati sono controllati in maniera più o meno capillare fa sempre scena, ma non deve - e non può - stupire. Perché il dato digitale e online ha un potenziale infinito in senso positivo e in senso negativo, senza vie di mezzo: pensando in maniera abbastanza razionale è facile intuire come tutto ciò che ci vien dato, ossia la possibilità di fare rete e di essere in Rete, ha un prezzo più o meno salato da pagare, e non inteso come costo di connessione. C'è chi pensa che il vostro social network preferito sia stato creato apposta per uno spionaggio "comodo" (e c'è chi non lo pensa), ma il punto è che probabilmente la mole di dati che circola nel mondo crea anche molta "carne al fuoco", e quindi uno chef in grado di controllare la cottura forse era ed è da mettere in conto. Dicono i saggi: su Facebook la gente non si fa i fatti degli altri, ma si fa i fatti che la gente vuole che si facciano. Ecco, aggiungete da oggi anche un lettore in più. Magari la prossima volta prima di condividere determinate informazioni pensateci. Pri(s)ma che sia troppo tardi.

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