martedì 20 marzo 2012

INVIDIA SOCIALE

Le parole di James Whittaker, ex dipendente di Google e ora dipendente Microsoft, sono senz'altro forti e di sicuro impatto, ma a guardar bene non sono una sorpresa. L'ingegnere, responsabile dello sviluppo di Google+ e dunque "creatore" del prodotto la cui intenzione è(ra?) quella di competere con Facebook, si scaglia proprio con il nuovo corso dei suoi vecchi datori di lavoro, frutto non tanto delle politiche geniali e d'avanguardia che hanno portato Google a diventare un gigante di Internet ma di una vera e propria rincorsa - leggi: ossessione - nei confronti del vostro social network preferito. 
Insomma, Whittaker afferma che se il Web della nuova generazione è sinonimo di contenuti forzatamente social, Google non doveva essere da meno, più che altro per non perdere quella grande fetta di mercato pubblicitario che di fatto costituisce la gallina dalle uova d'oro di Big G. D'altronde il famoso motore di ricerca è, a pensarci bene, ben più di un semplice motore di ricerca: pensate a quanti servizi correlati offre, capirete forse perché si è buttata anche sul social (anche se in verità ci aveva provato almeno due volte in passato, con poco successo). Il problema è che Google è sempre stato antesignano nei suoi prodotti, in questo settore è "semplicemente" arrivato dopo. Si spera che questa nuova politica non faccia implodere il gran castello creato negli anni, perché a Google si deve l'espansione di un certo tipo di Web, forse meno socialmente connesso, ma estremamente utile perché essenziale.

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