giovedì 30 dicembre 2010

YOU NEED TO GET OFF

Parafrasando un celebre video di qualche anno fa, un giovane americano ha deciso di spiegare a suo modo i motivi per cui tutti dovrebbero star lontani da Facebook. Ne vien fuori You need to get off Facebook, un ritratto a colpi di messaggi abbastanza incisivo e veritiero, che ricalca un po' tutti i tormentoni che si trovano sul vostro social network preferito, dagli odiosissimi tag alle foto per finire alle richieste di (finte) amicizie. Mi sentirei solo di salvare il linguaggio fatto di acronimi, un po' perché alcune soluzioni linguistiche sono assolutamente degne di rispetto, un po' perché questo tipo di linguaggio è un must di Internet, e non soltanto di Facebook (ricordate: sono due cose diverse!). Ma tant'è, il video merita di essere visto. Anche su Facebook, vista la miriade di "consigli" che rimandano proprio a FB.

lunedì 27 dicembre 2010

IL BLOCCO DELLO SCRITTORE

Certe volte non so se la cura sia meglio del male, ma tant'è: Repubblica.it pubblica un articolo nel quale si parla di alcuni software il cui compito è semplicemente quello di evitare che le persone accedano ai vari social network, Facebook in testa. Dato che alcuni studi hanno assodato che - cito testualmente - "su quattro minuti e mezzo trascorsi sul web gli utenti almeno uno lo trascorrono su siti del social networking facendo praticamente niente", alcuni programmini sono in grado di spegnere ogni velleità di post selvaggio, impedendo sul nascere l'accesso a FB e dintorni. Tutto questo - pare - può essere un bene per la produttività intesa proprio in senso economico, visto che meno distrazioni equivarrebbero alla crescita della ricchezza di un paese. Peccato che fatta la legge si trovi l'inganno: a parte il fatto che basta un riavvio del computer per "annullare" l'effetto dei magici software, esistono altre vie per farsi i fatti degli altri, mobile internet in primis. Direi che basterebbe tagliare il problema alla base: niente più account e il gioco è fatto. La produttività ringrazia.

domenica 26 dicembre 2010

COSMESI DIGITALE

Ecco un'altra combo micidiale: Facebook e quel maledetto desiderio di apparire, costi quel che costi, a tutti i costi. Vista l'ossessione da pubblicazione di fotografie che è un po' uno dei tratti distintivi (se così si può dire) del vostro social network preferito, diventa quasi normale voler essere belli come il sole o come i personaggi famosi, pena la cattiva reputazione digitale che può scaturirne. E poiché al giorno d'oggi una foto vale più di mille parole, ecco che la sacra arte del fotoritocco arriva a risolvere tutti i mali. E se non siete bravi a districarvi con livelli, saturazioni e toni c'è chi, in pochi minuti, può trasformarvi da così a cosìWired.it riporta nella sua classifica settimanale il video di un servizio web chiamato Facebrush: con pochi dollari i vostri volti e i vostri corpi saranno nettamente migliorati, e potrete caricare senza patemi d'animo il vostro nuovo ego digitale su Facebook, attirando giocoforza nuovi "mi piace" (ah, i veri obiettivi della vita...). Nell'era dei micropagamenti, un dollaro fa la felicità in pixel, a quanto pare. Il problema è sempre quello: e la realtà (in questo caso la vera rappresentazione delle cose), dov'è? Non è di questa terra, evidentemente: d'altronde, nel falso mondo (digitale), anche le foto è giusto che siano così. Per le cose vere rivolgersi altrove.

venerdì 24 dicembre 2010

IL MERCATO DELL'AMICIZIA

"Fossi un discografico alla guida di un 320, con davanti molta gente farei giusti investimenti"

Se non vi basta una lista infinita di amici con i quali condividere tante belle cose, se non è sufficiente aggiungere contatti a random, evitate altri patemi: comprate gli amici ad un tot al chilo. Il prezzo, come suggerisce una ricerca condotta da Wired e ripresa anche da una testata nazionale come Corriere.it (giusto per invogliare all'acquisto) non è proibitivo: si parte da 18 euro per un "pacchetto" da 1000 sostenitori/amici/conoscenti/fan. Cosa aspettate? Fate o fatevi un regalo di Natale, che ci crediate o no...

Ah, e comunque una cosa molto simile è stata già trattata più di un anno fa. L'ho sempre detto io: le notizie che si ripropongono sono una pura scelta commerciale. Di sto periodo, poi, il cerchio si chiude!

mercoledì 22 dicembre 2010

CHIAMATE UN DOTTORE...ANZI, DIVENTATE AMICI!

L'ho detto più volte in queste pagine: l'ossessione da amicizia porta a "dover" accettare richieste di legame digitale con persone che nella vita reale sono solo componenti del vivere civile, semplici conoscenti, persone di passaggio. Invece un'amicizia su Facebook vivrà fino a che il tuo profilo sarà attivo, perché è sgarbato eliminare le persone dalla propria lista amici, vero? Ne sa evidentemente qualcosa una particolare categoria, quella dei dottori (no, non i laureati semplici, intendo i medici), alle prese con imbarazzanti richieste di amicizia da parte dei propri pazienti. Oh, questi sono studi seri, visto che il Journal of Medical Ethics ha pubblicato i risultati di un'indagine volta a spiegare come il tradizionale rapporto medico-paziente si stia evolvendo verso nuovi comportamenti - non necessariamente positivi - legati proprio a questo eventuale rapporto di amicizia 2.0. Dove si finirà? Ad effettuare diagnosi e a sciogliere prognosi via Facebook? E la prossima categoria da aggiungere agli amici quale sarà, quella degli autisti dell'autobus solo perché ti portano sul luogo di lavoro? E i casellanti autostradali e i macchinisti di treni, dove li volete mettere? Non vorrete far loro un torto...

lunedì 20 dicembre 2010

TE LO "ASSICURO": VENI, VIDI, PREVIDI

Delle compagnie assicurative che si tutelano sbirciando nei vostri profili si è già parlato (a proposito di clienti troppo "chiacchieroni" o finti malati, ad esempio): in ballo, per le aziende che sganciano i premi, ci sono troppi soldi da pagare senza ragione oppure per via di motivi non dipendenti dalla loro volontà. Alcune compagnie si sono fatte anche parecchio furbe (più di quanto non lo siano già, invero), e addirittura attraverso il monitoraggio delle attività online possono prevedere la possibile (o probabile?) data di decesso, evitando dunque di assicurare sulla vita determinati soggetti perché troppo a rischio. Wired.it spiega come più di un brand assicurativo (la Deloitte Consulting, ad esempio) stia effettivamente conducendo ricerche in tal senso, monitorando la quantità ingente di dati a disposizione in rete: attraverso tale analisi si possono evincere determinati stili di vita che sono in grado di far prevedere un lifespan più o meno ridotto, inducendo dunque queste aziende a non assicurare determinati (ex, a questo punto) clienti. D'accordo, la mole di dati sensibili è un fenomeno dell'intero Web, ma per ricavare la quantità maggiore di dati "sensibili" o "compromettenti" state pensando anche voi allo stesso sito che penso io? Giusto per mettere le cose in chiaro: non sto pensando a Wikileaks, eh...

sabato 18 dicembre 2010

MI "VOLTO" SPERANDO NON LO "FACCIA"...

E invece sì, pare lo farà...l'estate scorsa in queste pagine si era già accennato ad un sistema di riconoscimento automatico dei volti delle persone per velocizzare la faticosa procedura di tagging delle persone. Bene, ci siamo, pare che questa tecnologia sia già realtà e a breve (ma sembra che la cosa sia già attiva da un po') il computer provvederà automaticamente a riconoscere i volti dei vostri amici. Resta da capire il grado di efficienza del sistema: alcuni articoli non ne parlano un granché bene, altri invece si preoccupano dell'ennesima violazione di una privacy sempre più ridotta al lumicino in quel grande database chiamato Facebook. Sembra fantascienza, invece è la pura realtà. E la cosa più brutta è che è ormai a disposizione di tutti.

mercoledì 15 dicembre 2010

PERSONE, PERSONALITA', PERSONAGGI

E alla fine vinse lui, per colpa vostra: l'uomo dell'anno 2010 per la prestigiosa rivista TIME è Mr. Facebook in persona. Motivazioni: "per aver messo in comunicazione mezzo miliardo di persone e per aver cambiato il modo di vivere la nostra (la vostra) vita". Bene: dunque si vincono premi e copertine globali grazie alle informazioni generate da altri (Mr. Facebook ci mette lo strumento, ma le vite rovinate per colpa di un post di troppo e il gossip lo fate voi)! Che dire: dalle parti del Time sono a corto di idee. Il riconoscimento del 2006 è senz'altro più meritevole: il vincitore fu il World Wide Web (e non Facebook, due cose diverse) e nella fattispecie ogni singolo internauta parte del grande Web 2.0 (e non un ragazzino arricchitosi grazie ai dati altrui). Il vero vincitore fu, 28 anni or sono, quella pietra miliare chiamata personal computer, non un sito che promette privacy e poi dimostra più buchi che protezione dei dati. Ma il mondo va così: ha vinto l'uso "spensierato" (per non dire poco responsabile) della Rete, superando movimenti politici e politici (intesi come persone) a loro modo storici, un nuovo paladino della Rete (e che il popolo della Rete ha decretato vincitore) ed eroi che faticano davvero. Solo alla fine ho letto bene per quali motivi si può finire sulla storica copertina: il premio è "bestowed by the editors on the person or persons who most affected the news and our lives, for good or ill" [...] E solo allora mi sono tranquillizzato. Non solo heroes, anche villains. Mi sa che per quest'anno va così.

martedì 14 dicembre 2010

IL PROFILO PERSONALE DEL MONDO

L'immagine pubblicata su alcuni siti web odierni mostra una mappa del mondo evidenziata a seconda della diffusione (ormai globale) di Facebook. La mappa è stata creata da Paul Butler, e sono state ricollegate le connessioni dei network di 10 milioni di coppie di amici (si spera rispettando la privacy, anche se ho notoriamente i miei dubbi) ricreando quella che è una sorta di mappa mondiale delle amicizie digitali. Dalla mappa si possono evincere alcuni dati interessanti: innanzitutto, pare che Facebook (o le relazioni correlate) sia molto più east coast che west coast, che l'Europa sia ovviamente molto "illuminata", che l'Italia sia troppo illuminata e che, citando le parole del suo creatore, i fasci di luce e i backbone che si dipanano da un estremo all'altro del globo "non rappresentano coste o fiumi o confini politici, ma vere relazioni umane". Come no, vere relazioni umane...

lunedì 13 dicembre 2010

RESTA E...PARTY!

Ci dev'essere un qualcosa che mi sfugge, nella vita: per quale insano motivo la gente deve per forza dimostrare tutto quello che fa? Perché si è quasi "obbligati" a pubblicare foto di un qualsivoglia evento? Per fare un po' di showing off o per pura e mera psicosi collettiva? Ma soprattutto, cosa spinge un uomo con dei problemi con la legge (e non sarebbe il primo) ad invitare altre persone, festeggiare (tra le altre cose) il proprio compleanno (a casa, ça va sans dire) e a pubblicare le foto della rimpatriata sul vostro social network preferito, come se nulla fosse? Davvero non capisco: uno può comprendere che "fatta la legge e trovato l'inganno", ma palesare il tutto alla luce (pubblica) del sole non è andare un tantinello oltre?

sabato 4 dicembre 2010

NEWBIES*

Considerando che Facebook è un argomento continuo di discussione (si sente questo nome ovunque), esso coinvolge tutti i media esistenti, anche un semplice botta e risposta tra padre e figlio. E il "tardivo digitale" si imbatte nella "solita" richiesta di amicizia, scoprendo nuovi acronimi internettiani e... variazioni sul tema. Hilarious!

Thanks, AoT!
*Newbie 

mercoledì 1 dicembre 2010

COUNTDOWN TO DEATH

Gli oscuri conti alla rovescia che campeggiano praticamente sullo status update di un utente su due, si sa, a volte snervano. Non solo ti "obbligano" a dover chiedere all'autore del conteggio qualcosa del tipo "perché conti?", ma regolamenti alla mano sembrano andare contro il concetto di saggio comportamento in Rete. Ebbene, il countdown balzato agli onori delle cronache odierne riguarda un appuntamento "speciale" tra due ex fidanzati modenesi. Lui - con un passato per stalking nei confronti della ex ragazza - inizia il conteggio qualche giorno prima del compleanno di lei. Incuriosito, un utente (amico?)chiede il motivo del conteggio. In risposta, il ragazzo risponde che sono i giorni che mancano all'omicidio della ragazza. Un terzo utente (amico?) fa 2+2 e associa la fine della data al compleanno di lei, e al passato burrascoso dell'uomo...insomma, parte la misura preventiva e lui viene arrestato.
Non venitemi a dire che Facebook salva le vite, pensate al paradosso della situazione. E confrontando le due fonti citate, mentre una indica un paio di centinaia di persone pronte alla "condivisione del contenuto su FB" (su Corriere.it, in alto, la vostra "effe" preferita), nell'altro articolo (alla fine dello stesso) ben 400 persone consigliano questa storia. In che senso consigliano? Abbiamo 400 altri potenziali killer in Italia? Occhio ai countdown, allora...