venerdì 19 novembre 2010

AL LAVORO!

Facebook e produttività, un matrimonio che non s'ha da fare. Anzi sì. E' senz'altro controverso il rapporto tra il vostro social network preferito e il mondo del lavoro: se è vero che c'è gente che non nasconde di usarlo anche durante la giornata lavorativa, dall'altra parte è pur vero che non c'è tentazione migliore, da parte del capo del personale o dell'addetto alle risorse umane, di andare a sbirciare su Facebook il possibile prossimo assunto in azienda.
Insomma, che si ami o si odi, Facebook sul luogo di lavoro genera ancora una volta una divisione netta di vedute. Bloccare il sito in azienda? Controproduttivo in certi casi, visto che come strumento pubblico di promozione di beni o servizi non sembra esserci al momento un mezzo migliore. Che fare, dunque? Affidarsi al buon senso (il caro, vecchio buon senso): ad esempio, la Cgil di Firenze ha vietato l'uso di Facebook in ufficio, chiedendo ai propri dipendenti (e non oscurando del tutto il sito) di non accedere con gli account personali, ma solo con le credenziali relative al profilo aziendale, cioè la pagina locale del sindacato. C'è invece chi, evidentemente con dati alla mano, ha pensato bene di tagliare la testa al toro. Sempre qualche settimana fa è scattato il divieto negli uffici della Regione Lazio: Facebook non si può utilizzare, poiché s'è scoperto che gran parte del traffico Web (settanta per cento, mica bruscolini) da parte dei dipendenti finisce dritto dritto sul dominio più controverso degli ultimi anni. Le motivazioni ufficiali? Facebook risponde ad un "utilizzo ludico o comunque non attinente all'attività lavorativa della rete internet da parte dei dipendenti regionali" (testuali parole). Insomma, fino a che Facebook non abiliterà la possibilità di fare i certificati, nella Capitale e dintorni niente Fb. Fatevene una ragione...
Ma a quanto pare il discorso sembra ben più ampio di quanto non lo si creda. Pare infatti che ci sia un vero e proprio Facebook divide in Italia relativo alla possibilità d'accesso al sito. Secondo uno studio apparso su LaStampa.it, infatti, un lavoratore su due non ha accesso a Facebook perché oscurato a monte, ossia dall'azienda stessa. Niente profilo aziendale, niente svago durante la pausa pranzo: per il 52% del campione Facebook è off-limits, semplicemente. E dire che altri dati riportano ad un uso innocente da parte degli iscritti: secondo un altro studio apparso su Repubblica.it, Facebook in ufficio è roba da guardoni, non da utenti 2.0. In altre parole (sempre per coloro che hanno accesso in ufficio, beninteso), durante la giornata ci si limita semplicemente a guardare quello che accade sulla propria bacheca o su quella dei propri amici. Al massimo si guarda qualche foto nuova, ma niente attivismo. Insomma, solo gossip bello e puro, per farla breve.
E infine l'ultima campana: Corriere.it ci svela che distrarsi online fa bene alla produttività. Semaforo verde a Facebook, anche se il segreto è la giusta misura (appunto...): quindi bando agli orchi cattivi che oscurano Facebook, essi fanno solo del male all'azienda e ai propri dipendenti. Che sia in cantiere uno sciopero per quelli che non hanno accesso a Facebook? Tutto è possibile, non mi stupirebbe affatto.

E in chiusura di questo post-fiume il sondaggio finale: siete pro o contro l'uso di Facebook in ufficio? Rispondete qui, poi vedete la percentuale dei risultati. Capirete che certe volte è davvero difficile lottare contro i mulini a vento.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

leggi che roba...

http://www.asca.it/news-SALUTE__LA_SUA_EX_LO___CANCELLA____ASMA_DA_FACEBOOK_PER_UN_18ENNE-967844-ORA-.html

kikkuzzo ha detto...

Eh, ma a me non sfugge niente... :)

Già detto!