lunedì 15 marzo 2010

IL VICINO DELLA PORTA ACCANTO

Sembra il titolo di un film, e invece è l'ennesimo caso di quanto una cattiva "amicizia" porti a spiacevoli, drammatiche conseguenze. Il Sun racconta la storia di Sarah, una ragazza inglese (minorenne) che un giorno riceve una richiesta di amicizia dal compagno della sua vicina di casa, presso cui la ragazza svolgeva attività di baby-sitter di due bambini. L'uomo, un ventinovenne, ha cominciato a comunicare con lei in maniera sempre più insistente tramite il vostro social network preferito, riuscendo (facilmente) a comunicare con lei via cellulare, poiché il numero era inserito nel profilo della ragazza. Un giorno, Martin (questo il nome dell'uomo) chiede a Sarah di fare una passeggiata, anche per chiarire quell'insistenza "mediatica" nei suoi confronti. Approfittando di una zona poco frequentata, Martin non ha esitato ad abusare di lei. La ragazza, sotto shock, ha preferito non raccontare l'accaduto, poi ha ceduto e ha rivelato tutto alla polizia. Per poi finire in posa sulle pagine di un quotidiano nazionale, aggiungo io, ma questa è un'altra storia.
Insomma, un'altra triste storia, e ancora una volta il concetto di amicizia che corre lungo un confine sottile. D'accordo, qualcuno potrà obiettare dicendo che in fondo la ragazza conosceva l'uomo: in effetti tutto ciò è vero, se non fosse che nell'articolo lei specifica chiaramente che i contatti con quell'uomo (prima della richiesta di amicizia) si limitassero ad un cordiale "Buongiorno e buonasera". Abbastanza per accettare una richiesta d'amicizia e rivelare i propri dettagli?

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