giovedì 25 febbraio 2010

UN CAPPIO PER NULLA VIRTUALE

Si è già parlato della possibilità di tagliare definitivamente i ponti, almeno in forma virtuale (e apparentemente innocua). Ma si sa, con la possibilità di pubblicare qualsiasi cosa condivisibile all'istante con centinaia di persone (e potenzialmente molte di più, vista la privacy pari a zero nel vostro social network preferito), in un attimo ci si può rovinare la reputazione, con conseguenze spesso tragiche. Apprendo da Corriere.it (e la notizia è a sua volta tratta dal Daily Express) che il suicidio (apparente e presunto, a dire il vero) di una giovane ragazza inglese, insegnante ad Abu Dhabi (Emirati Arabi), sembra avere come causa scatenante la pubblicazione, da parte dell'ex-fidanzato, di alcune sue foto in "pose sconvenienti". Le foto, ça va sans dire, sono state pubblicate su Facebook. La ragazza, a detta delle testimonianze, ha temuto che quelle foto potessero costarle un'accusa pesante (prostituzione) e la reclusione, visto che da quelle parti non ci vanno così leggeri. Quindi, l'estremo gesto. Anche stavolta, non virtuale. E chissà come mai, ma ancora una volta ci va di mezzo Facebook, di riffa o di raffa.

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