mercoledì 23 dicembre 2009

UNA SCHIAVITU' (FACOLTATIVA)

Siccome siamo in un paese democratico e civile (più o meno), a mia conoscenza non credo ci siano decreti ministeriali che impongano di iscriversi a Facebook e farne la massima rappresentazione dell'ego. Quindi, se diventa una droga - come tutte le droghe-, credo che una riflessione sul suo utilizzo debba sorgere spontanea.
Forse dai contenuti di questo blog traspare una certa intolleranza per FB da parte del sottoscritto, ma sia chiaro: dal punto di vista dell'IT, il sistema è eccezionale, niente da dire. Peccato che questo si sia tradotto in una vera e propria mania da aggiornamento dello status o in uno strumento di gossip con pochi precedenti. E peccato che ci siano persone che candidamente riconoscano una vera e propria dipendenza da Facebook, come riportato da Repubblica.it. L'articolo parla di veri e propri "gruppi di disintossicazione da Facebook", nei quali si impara a gestire l'utilizzo responsabile del vostro social network preferito, e in generale di tutte le espressioni di standardizzazione e di psicosi collettiva del nuovo millennio. LaStampa.it rincara la dose, parlando di un disturbo compulsivo, e aggiunge anche che ad aumentare la dipendenza, sta per arrivare il servizio via SMS di notifiche dei vari (e inutili) aggiornamenti dei propri contatti. Un'ossessione, in pratica. La domanda è: ma con cinquemila "amici", arrivano cinquemila (e più) notifiche? ARGH.
PS: Spero vivamente che il gruppo di disintossicazione di Facebook...non sia un gruppo su Facebook!

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