sabato 19 dicembre 2009

IL MITO UTOPICO

Ecco l'agghiacciante (per certi versi) titolo di un articolo tratto da LaStampa.it: "Gli adolescenti italiani vivono con il mito di Facebook". Benissimo, poi si dice che l'Italia finirà allo sbando...se uno strumento globale di valori fatui diventa il vero punto di riferimento delle nuove generazioni, stiamo messi bene... se c'è sempre meno controllo sulle fasce d'età più bisognose di attenzione e tutela, beh, allora come si può parlare di Internet come mezzo di progresso? Se i valori di oggigiorno sono quelli di "cercare nuovi amici sempre più fighi" (non conoscendoli, ovvio) e di fare una gara a "chi ha più amici" (citazioni dell'articolo), se il mondo va a rotoli e se per loro il rischio è dietro l'angolo, la colpa non è mia. Ognuno è responsabile delle proprie azioni, anche seguire le psicosi di massa come un gregge. Il tempo del rimpianto, magari, verrà in un secondo momento...
E in tutto ciò, c'è chi tenta (giustamente) di trarre un beneficio. Se Facebook è uno strumento commerciale (il Signor Facebook non vi mette in contatto con gli amici delle elementari perché un filantropo, sappiatelo), allora è un sacrosanto diritto trarre un guadagno parallelamente alle sue attività o alle attività affini. Come riportato da Repubblica.it, nell'ambito della tutela dei minori e delle giovani generazioni riguardanti le attività in Rete, è nata anche una società, SafetyWeb, il cui compito è quello di sorvegliare le tracce digitali dei minori (su richieste dei genitori). In pratica, la società ha il compito di controllare e monitorare tutto ciò che viene postato dal proprio pargolo in tutta la rete. Ma c'è da scommettere che la maggior parte delle attività verrà registrata sul vostro social network preferito.

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