giovedì 12 novembre 2009

ANYTHING YOU DO WRITE MAY BE GIVEN IN EVIDENCE

Ossia, "tutto ciò che scriverai potrà essere usato contro di te in tribunale"...scene da film, roba da "Law and Order" 0 simili...e invece probabilmente sentiremo sempre più spesso questa variante formulaica, figlia dei tempi moderni. Dopo il caso del ladro che si è connesso su Facebook durante un furto o i numerosi casi di divorzio online (con messaggi lasciati su Facebook usati come prove a carico), eccone un altro che, al contrario, impugna la prova dell'aggiornamento di un suo status su Facebook come alibi per scagionare un'accusa di furto a suo carico. In pratica, il commento postato sul vostro social network preferito è stato scritto durante l'orario del furto, e attraverso un monitoraggio incrociato, si è potuto verificare che il messaggio è stato scritto proprio dall'appartamento del presunto colpevole. Facebook come miglior testimone della terra? Se è vero che questi casi creano un precedente, basterà allora scrivere su Facebook per evitare qualsiasi procedimento penale a proprio carico (beh, si, basta che non si minacci di uccidere qualcuno). Ma chi dice ai principi del foro che non basta una username e una password per fornire una prova di non colpevolezza? Soprattutto perché chiunque, con le semplici credenziali d'accesso, può connettersi al posto di qualcun altro. Facebook come miglior complice della terra?

0 commenti: