giovedì 29 ottobre 2009

LA LISTA ILLUMINANTE

E per la serie "oggi scopro l'acqua calda", il sito Sherweb ci regala un altro elenco riguardante il comportamento standard da seguire su Facebook (qui l'articolo tratto da Repubblica.it).
Bene, ma se l'utente medio seguisse queste regole non potrebbe e non dovrebbe: 1) aggiornare il proprio status mandando messaggi criptici [gli altri settecentoquarantamila altri amici non meritano un messaggio dedicato?] 2) mandare messaggi privati a 200 contatti, 3) mettere gli odiosi countdown relativi ad un determinato evento [giuro, LI ODIO!, ndr], 4) diffondere quelle utilissime catene che servono per salvare le piattole dell'Antartico, 5) riferire circa i bagordi della notte precedente, 6) taggare persone/amici/presunti tali in atteggiamenti sconvenienti, 7) sfogarsi online scrivendo peste e corna del proprio capo [ma il capo fa parte dei propri "amici"], 8) sovraccaricarsi di utilissime applicazioni, 9) rompere una relazione via FB, -ma sopratutto- 10) aggiungere alla lista amici persone che non si conoscono.
A questo punto una domanda: senza tutte queste attività, Facebook a cosa servirebbe? Senza il gossip, senza l'invasione della privacy, senza i tormentoni, senza tutte le manie da psicosi collettiva, senza il rispetto di un minimo di netiquette, Facebook a cosa servirebbe? Ma soprattutto, esisterebbe ancora? Caro Sherweb-blogger, la lista non è sbagliata... è tutto il resto ad essere marcio!

mercoledì 28 ottobre 2009

FACEBOOK KILLING

Sperando che episodi del genere non diventino una triste, triste consuetudine, vi rimando a questo articolo tratto dal Sun. Il titolo dice tutto...e casi del genere sembrano, ahimè, all'ordine del giorno...è chiaro che Facebook in questo caso non può essere la colpa, ma purtroppo un uso (e un abuso) non razionale del mezzo rischia di moltiplicare questo genere di episodi...

martedì 27 ottobre 2009

FINCHE' MORTE NON VI SEPARI

E io fesso che non mi iscrivo a Facebook... grazie a questo splendido social network, la mia memoria può rimanere in vita per sempre. Capito? Facebook punta all'immortalità! Che filantropo, questo signor FB...
Fatto sta che, come segnala questo articolo tratto da Corriere.it, il vostro social network preferito sarà in grado di scoprire chi è passato a miglior vita. Esatto, il profilo dei non più vivi rimarrà per sempre online, in memoria del defunto, e tutti gli amici (o presunti tali) del trapassato potranno sempre scrivere qualcosa in sua memoria. D'altronde, nessuno ci impedisce di pensare che possa esistere un Facebook in un'altra vita...

Un'ultima cosa: per passare in modalità dead occorre compilare questo form (Deceased... hmm, allegria) che fa passare la modalità attiva del profilo FB in quella da non più utente su questa terra. Ma lo deve compilare il defunto?

lunedì 26 ottobre 2009

SALVATE IL CANE RYAN

Sempre nella scia dell'ossessione da gruppo, oggi apro la versione online del Corriere della Sera e scopro questa notizia molto in alto nel sito, nella sezione di solito dedicata a notizie di un certo spessore. "Salvate il cane: scoppia la rivolta su Facebook". E mi accorgo dell'esistenza dell'ennesimo gruppo a sostegno di qualcosa o di qualcuno. Trattasi stavolta di un cane eroico, Darcy, che è stato messo in quarantena perché, nell'atto di salvare numerose vite umane, è stato per molto tempo in una zona a rischio dal punto di vista delle possibili contaminazioni (mettetevi l'anima in pace, anche gli animali possono essere contagiosi, sapete?). Apriti cielo: scoppia la rivolta su Facebook. Immagino le numerose mobilitazioni per salvare il cagnetto. Eppure mi fa ridere la scena: una mobilitazione dal proprio divano, con il proprio notebook sulle gambe. Basta un clic e sono fan del cane-eroe. E anche oggi ho fatto qualcosa per il mondo: ho espresso il mio disprezzo per la barbara reclusione di un cane che ha salvato numerose vite umane. Che belle, le rivoluzioni e le proteste a domicilio...

PS: Sia ben chiaro, mi piacciono i coni, era a proposito del concetto del "clicco-e-faccio-parte-di-qualsiasi-cosa" che fatico a trovare un oggettivo perché... spero sia chiaro...

mercoledì 21 ottobre 2009

OSSESSIONE DA GRUPPO

Se mi si chiedesse "ma cosa odi maggiormente in Facebook?", io ci penserei un po', prima di dare una risposta definitiva. Penserei all'invadenza stile Grande Fratello, alla sua macro-inutilità, al suo utilizzo sostanzialmente fatuo (diciamolo, anzi, ditelo: senza Facebook si può anche sopravvivere...). Ma alla fine probabilmente la mia risposta definitiva sarebbe: la cosa più inutile di FB sono i gruppi. Spiegatemi perché occorra essere fan di questo o di quello, e perché debba iscrivermi a gruppi inutili o fortemente schierati, anche politicamente. Risposte possibili: Perché non ho niente da fare, sostanzialmente? Perché l'hanno fatto 400 dei miei 900 amici? Perché se non mi iscrivo sono out? Ecco a cosa serve Facebook al giorno d'oggi per una gran parte degli utenti: a scavarsi la fossa. Esatto, perché appartenere ad un determinato gruppo in cui si inneggia alla dipartita di un personaggio politico equivale automaticamente a schierarsi da una determinata parte, essere di una determinata bandiera. Non dico che avere una propria idea sia sbagliato, per carità, ma queste persone sanno che spesso un profilo personale su Facebook è monitorato dalle aziende dopo un colloquio di lavoro? Appartenere ad un gruppo così "schierato", per così dire, potrebbe risultare politically incorrect, e quindi bye-bye impiego (come se ce ne fosse in abbondanza, di questi tempi...). Lo sanno questi utenti medi che creare gruppi d'odio ti fa diventare l'idolo della comunità, ma che poi non tutto fila liscio? Evidentemente no. Oppure sono consapevoli, ma diventare idoli della Rete o della propria schiera di presunti amici, evidentemente vale più di tutto. Contenti loro...
PS: So benissimo che non sarò mai assunto da Facebook, ma come già detto in un altro post, lascio parlare questo video (in edizione speciale):

lunedì 19 ottobre 2009

FUGA DI NOTIZIE

Bene, apprendo che in linea di massima sarà vietato l'uso dei social network alle star di Hollywood, perché con i loro tweet o i loro commenti su Facebook possono divulgare informazioni riservate sul loro lavoro (vedi: ultimo film in uscita o comportamento compromettente di qualche altro membro dello star-system). Per fare questo, verranno stipulate clausole contrattuali specifiche in questo senso. Insomma, il grande mondo mediatico del cinema apparentemente dichiara guerra a puri strumenti commerciali e di marketing. Vorrà pur dire qualcosa...
A questo punto due considerazioni:
1) Posso fare l'attore.
2) Ma perché non siamo tutti delle star di Hollywood?

sabato 17 ottobre 2009

LA LISTA DELLA VERITA'

Sono sempre interessanti le liste pubblicate da magazine, giornali, periodici e roba varia. Interessanti, non per forza esatte, eh. Tuttavia, la lista delle 50 cose più odiose di Internet pubblicata dal Telegraph fa emergere un paio di aspetti interessanti...e probabilmente esatti. Un dato su tutti? Al secondo posto figura l'attivismo pigro tipico dei social network: per intenderci, tutte quelle attività di protesta/sostegno/contestazione/supporto/ecc.. nei confronti di qualcosa o di qualcuno, che spopolano su internet: basta essere "fan" di una determinata iniziativa e il gioco è fatto, anche oggi ho fatto qualcosa di utile per il mondo. Indovinate qual è il mezzo migliore per diffondere queste attività senza muovere un dito? Esatto, i social network. E in questo momento sto pensando particolarmente ad uno di questi: sapete, uno dove si passano intere giornate senza far nulla, pensando di avere una sconfinata miriade di amici che in realtà amici non sono...pensate anche voi a quello che sto pensando io?

PS: Nella lista c'è anche l'ansia di dover aggiornare il proprio blog...per fortuna è meno odiosa delle iniziative legate a Facebook!

venerdì 16 ottobre 2009

DA COSA MI VESTO?

Ho sempre odiato la festa di Halloween. Beh, in realtà non sopporto neanche il Carnevale, quindi le cose sono più o meno reciproche...

Guardando questa gallery, scopro che odio ancora di più Halloween. L'idea di per sé non è neanche male...ma vestirsi da Facebook...si può vivere anche senza, eh...

martedì 13 ottobre 2009

IL TAVOLO DEI CERVELLONI

Avete presente quei grandi convegni internazionali, in cui si riuniscono i massimi esponenti di un dato argomento, e in cui si cerca di trovare soluzioni a problemi più o meno utili?
Bene, in Australia ne hanno fatto uno... un simposio, addirittura, robe grosse, mica pizze e fichi. Il soggetto della questione? Il furto di identità su internet e i pericoli che si corrono.
Risultati del simposio di cervelli? Citando lastampa.it, "i siti di social network come Facebook sono una miniera d'oro per i ladri d'identità, e basta pubblicare nome e data di nascita per consentire a truffatori internazionali di saccheggiare il conto in banca". [...] "La quantità di informazioni personali che può essere ricavata dai siti sociali è allarmante".

Un simposio. Un convegno con i massimi esperti. Robe grosse. Il tutto per fare una scoperta incredibile: Facebook è una minaccia per la propria identità e per la propria privacy.

Menomale che ci sono i cervelloni con le loro scoperte rivoluzionarie, eh.

domenica 11 ottobre 2009

L'ULTIMO POST...

Che Facebook sia sinonimo di cazzeggio e spensieratezza, l'hanno capito tutti. Che sia il miglior modo per farsi gli affari altrui, credo che sia universalmente riconosciuto (anche per stessa ammissione degli iscritti). Che FB sia dunque, per la stragrande maggioranza degli utenti, una comunità easy, non seria e seriosa, ma solo un modo per rimanere in contatto superficialmente, lo si capisce anche da certi eventi. Capita allora di leggere notizie che fanno riflettere un attimo. Si era già parlato dell'importanza che riveste il vostro social network preferito per alcune fasce di utenti, ossia i teenager. E se nell'altra circostanza Facebook si era rivelata un mezzo per risolvere una situazione potenzialmente drammatica, questa volta l'ultimo messaggio in bacheca si è rivelato inutile. Forse perché troppo serio, o forse perché in fondo su internet si può scrivere di tutto, e niente viene preso per quello che realmente è. O forse perché Facebook serve davvero solo per farsi i fatti altrui... non c'è spazio per i drammi, solo spazio per il gossip.

domenica 4 ottobre 2009

LA DOMANDA DA UN MILIONE...

...di Dollari o di Euro, fate voi (l'Euro è più forte, magari scegliamo la valuta nostrana). Fatto sta che L'Espresso ha pubblicato un sondaggione-inchiesta che cavalca l'onda dell'attualità. La fatidica domanda: a cosa servono i social network? La risposta vale la somma elencata in precedenza...
L'inchiesta rivela dati in realtà abbastanza noti, anche se probabilmente occorre analizzare i vari grafici con un minimo di obiettività. Innanzitutto il campione scelto è quello dei soli iscritti ai vari social network, per cui non c'è spazio per coloro i quali conoscono anche bene i social network ma ne stanno ben alla larga, soprattutto se questi sono sinonimo di privacy pari a zero... e qui il dato si fa piuttosto evidente (inquietante, aggiungerei), visto che il novantatre-e-settanta-per-cento è iscritto al miglior sito per schedare interamente le persone... no, non è la CIA, parlo proprio di Facebook. Lo stesso campione è composto da una stragrande maggioranza di persone che sono sempre connesse o lo fanno almeno una volta al giorno, quindi va da sé che se facciamo 2+2, tale campione è composto prevalentemente da giovani, ben più esperti di computer in generale e di conseguenza più "vicini" alla realtà dei social network. E già da questi dati si può intuire che i risultati derivanti non possono essere presi come verità assoluta, ma generalmente come un trend o come una sola delle realtà possibili. E infatti, il popolo campionato risulta connesso spessissimo ai social network (leggi: Facebook, in pratica) o quantomeno una volta al giorno. Gente che ama i social network a tal punto che dimentica probabilmente che esistono mezzi di informazione come i tg: sapete, quei resoconti giornalieri in cui si enunciano in genere i fatti del giorno...mai sentito parlare? Evidentemente, per tre su quattro, no.
Altra domanda spinosa riguarda la propria privacy: il 78,50% dichiara di limitare l'accesso alle proprie informazioni solo ad una cerchia ristretta di persone. Peccato che il 21,50% restante resti comunque una percentuale preoccupante, visto che in prospettiva, su centinaia di milioni di iscritti, una percentuale del genere equivarrebbe ad una cifra a sei zeri -fermo restando che anche i profili privati su FB hanno un grado di sicurezza pari ad una cassaforte aperta davanti ad un carcere-.
E chiusura in bellezza con il domandone dei domandoni: cosa fai tramite il tuo profilo sui social network? Risposte sincere: mantengo i rapporti con gli amici (sì, quelli che poi non saluti per strada). Peccato che manchi la risposta delle risposte: farmi i fattacci degli altri...altrimenti, che mi sono iscritto a fare su Facebook?

venerdì 2 ottobre 2009

CHE TENTAZIONE...

E poi non dite che FB non è sinonimo di psicosi collettiva... anche quando si "lavora" non si resiste alla tentazione di comunicare in tempo reale ciò che si sta facendo. La domanda è: cosa avrà scritto il furbissimo ladro d'appartamenti che ha pensato bene di collegarsi a Facebook anche durante un furto? Magari avrà scritto: non mi disturbate, sto ruban..ehm, sto lavorando! Povero mondo...